ANNO
2024
TECNICA
carta, fogli di carta copiativa Stylgrafix special e cubo in plexiglas
DIMENSIONI
42x50x42
Trasparenza, forma e luce si coniugano in un alfabeto di segni e cromie nell’opera Fotocopiare la luce, con l’intento di polarizzare la percezione ottica al fine di valicare la sfera del non visibile. Il volume è dato dalla presenza di un cubo in plexiglas trasparente che custodisce al suo interno un foglio di carta cotone. La lunghezza del foglio di carta inserito è maggiore rispetto alla dimensione della base inferiore del solido, così da assumere una forma ascendente quando viene poggiato su una delle facce laterali del poliedro. Altresì sulla faccia superiore sono presenti alcuni fogli di carta copiativa che agiscono da filtro, riflettendo la loro forma sulla base della carta cotone. La carta carbone è rivestita su un lato da uno strato di inchiostro asciutto, di solito unito a della cera, utilizzata per creare una o più copie di un documento durante la scrittura. Più propriamente chiamata carta copiativa, la carta carbone viene frapposta tra il foglio dove si intende scrivere il documento e quello dove lo si vuol copiare, con la superficie inchiostrata rivolta verso il basso, in modo da farla combaciare con la superficie destinata alla copia. L’intervento di un fascio di luce proveniente da un faretto posto sulla parete del soffitto crea l’effetto di una copia luminosa – con relativa ombra – sulla superficie della carta. Un’estetica ben precisa catalizza l’osservatore nell’equilibrio cromatico tra il bianco e il nero. Una ricerca e una poiesis in cui l’artista interpreta in chiave metaforica le potenzialità della materia, sublimandola, andando oltre, interiorizzando le dinamiche consuete dell’agire umano – in questo caso il gesto ripetitivo della riproduzione di un documento –, traducendone le istanze in ipotetiche mappe della mente che allocano oggetti, parole, segni, disegni calligrafici e nuovi microcosmi.
[Photocopy light, 2024 (42x50x42) paper, sheets of Stylographic special copying paper and plexiglass cube] Transparency, shape and light are combined in an alphabet of signs and colours in the work Photocopying light, with the intention of polarizing optical perception in order to bypass the sphere of the invisible. The volume is given by the presence of a transparent plexiglass cube that holds inside a sheet of cotton paper. The length of the inserted sheet of paper is greater than the size of the bottom base of the solid, so that it takes an ascending shape when it is placed on one of the side faces of the polyhedron. Also on the upper face are some sheets of copy paper that act as a filter, reflecting their shape based on cotton paper. Carbon paper is coated on one side with a layer of dry ink, usually combined with wax, used to create one or more copies of a document while writing. More properly called copy paper, carbon paper is placed between the sheet where you want to write the document and the one where you want to copy it, with the inked surface facing down so that it matches the surface intended for copying. The intervention of a beam of light coming from a spotlight placed on the ceiling wall creates the effect of a luminous copy – with its shadow – on the surface of the paper. A precise aesthetic catalysis the observer in the colour balance between black and white. A research and poiesis in which the artist interprets the potential of matter in metaphorical key, sublimating it, going beyond, internalizing the usual dynamics of human action – in this case the repetitive gesture of reproducing a document –, translating their instances into hypothetical maps of the mind that allocate objects, words, signs, calligraphic drawings and new microcosms.